Si è spento in queste ore Franco Bomprezzi, una delle maggiori figure di riferimento della nostra Associazione e di tutto il movimento delle persone con disabilità del nostro Paese. Tra le moltissime attività e iniziative curate all’interno e a fianco della UILDM, di cui faceva parte da sempre, Franco Bomprezzi è stato Presidente Nazionale dal 1998 al 2001, continuando poi a ricoprire per la nostra Associazione il ruolo di Direttore Responsabile del periodico DM (fin dal 1983). Il Presidente nazionale UILDM Luigi Querini, la Direzione Nazionale e le Sezioni Provinciali UILDM, per conto di tutta l’Associazione, di soci e collaboratori, in questo momento così triste partecipano al grande dolore dei familiari e amici di Franco, e desiderano ricordarlo con profonda riconoscenza e grande stima per il contributo che egli ha dato nelle battaglie per i diritti delle persone con disabilità, contro tutte le discriminazioni e contro tutte le barriere.
Franco era ricoverato da alcune settimane al Centro Clinico NEMO per «problemi per così dire di funzionamento nientemeno che del pancreas e del fegato. Lo hanno capito in poche ore di day-hospital e quindi non mi hanno lasciato andare a casa, ma sono stato accolto subito in questo reparto luminoso, caldo, dai colori pastello della speranza e della serenità: i colori del pesciolino Nemo. Perché qui c’è una rete che spinge verso l’alto, con affiatamento e competenze elevatissime», come spiegava nei giorni scorsi lo stesso Bomprezzi in un post del suo blog FrancaMente, su Vita.it.
«Ecco, è qui che sto combattendo una nuova battaglia per ritrovare salute e qualità della vita. Coccolato dalle Oss e dagli infermieri, curato con attenzione certosina dall’équipe medica, sento già i primi segni della riscossa. Ma sono anche giorni nei quali il pensiero è davvero libero di volare. Il pensiero di ciò che ho fatto sino ad ora, di ciò che vorrei continuare a fare a lungo, l’analisi serena dei progetti che mi spingono a guarire in fretta, perché c’è tanto da fare. In un Paese nel quale sembra che nulla funzioni, ho trovato la conferma che non è vero, non c’è da disperarsi. Volevo per ora condividere con voi questa mia sensazione di serenità. Ne scriverò ancora».